Dal Corriere della Sera, nella rubrica Italians di Beppe Severgnini una lista divertente, ma terribilmente seria.
1. Perché siete stanchi di dire “Non parlo l’inglese, ma lo capisco…”
2. Perché parlare con le mani, alla lunga, stanca.
3. Perché capirete come riempire quel modulo su internet (un terzo della Rete funziona in inglese).
4. Perché così, quando vi insultano all’estero, evitate di ringraziare.
5. Perché, qualsiasi cosa facciate nella vita, moltiplicate le occasioni.
6. Perché in America saprete leggere i cartelli stradali (one way non è una canzone di Frank Sinatra: vuol dire “senso unico”).
7. Perché a Londra andrete in giro senza interprete, e sotto la casa di Valentino potrete chiedere: “Good evening. Is Dr Rossi around, please? He’s having a bit of trouble and maybe he’d like to go for a pint”.
8. Perché così potete leggere il labiale di Wayne Rooney, e farvi due risate.
9. Perché comprando “Time” o “Sports Illustrated”, finalmente, non dovrete limitarvi a guardare le figure.
10. Perché nelle stanze d’albergo del mondo, a differenza di alcuni giornalisti italiani, potrete capire le notizie della CNN.
11. Perché capirete che Charlize Theron non è solo una splendida figliola, ma ha anche una bella voce (sì, i sudafricani parlano inglese).
12. Perché potrete conoscere qualche milione di nuovi ragazzi e ragazze.
13. Perché il cinese è più diffuso dell’inglese, ma i cinesi stanno quasi tutti là.
14. Perché quando sentirete “Vorrei shiftare la vostra attenzione sul break-even del nostro business, un must che stressa la necessità di downsizing”, almeno lo sapete: vi stanno licenziando.
15. Perché un po’ già lo parlate. No comment, in fondo, è una frase completa.
16. Perché capirete che autogrill, autostop, box, camping e parking – in inglese – non esistono. Si dice service station, hitch-hiking, lock-up garage, campsite e car park.
17. Perché sarete liberi di ridere della pubblicità italiana (Run like you’ve never run before! Life is now! A product of free will! The fragrance for men! Daily Chic! Surfers Only!, eccetera)
18. Perché saprete finalmente cos’è la mission del competitor: quell’impiastro del vostro concorrente vuol fregarvi.
19. Perché quando i nostri politici parlano di tax day, family day, devolution e welfare li ascolterete con la dovuta diffidenza.
20. Perché comunque è impossibile far peggio di quel ministro italiano che, a New York, ha chiesto “gamberetts and fagiols”.
21. Perché così state alla larga dai consiglieri fraudolenti: quelli che sanno tutto dei nuovi metodi, delle scuole in Italia, dei corsi intensivi in Gran Bretagna. E poi all’estero chiedono solo spaghetti, perché non sanno ordinare nient’altro.
22. Perché la pronuncia non è un problema. Se la sbagliate, tenete allegri gli amici. Se sputacchiate dicendo the, this e that fate la doccia al gatto.
23. Perché potrete parlare al telefono col mondo invece di dire al collega “Mario, chiama un po’ tu….”.
24. Perché direte a quelli che pronunciano Tai-tanic (Titanic) e Livais (Levis) di non fare i bulli.
25. Perché, se vi venisse voglia di dire in four and four eight! per “in quattro e quattr’otto!”, potrete farlo. Inventare è lecito (basta sapere di farlo).
26. Perché capirete le canzoni inglesi e americane, e vi renderete conto che spesso sono più cretine delle nostre.
27. Perché se George Bush dovesse invitarvi a cena, potrete commentare la cucina della Casa Bianca (Good heaven! How can you eat this junk, old boy? Now I see why you’re so nervous all the time and you ended up messing around in the Middle East…).
28. Perché tanto Bush non vi invita a cena; ma quella frase potete usarla anche nella pausa-pranzo, per fare un po’ di scena.
29. Perché un brasiliano, per chiedere a un tedesco in Italia di presentargli un collega francese per discutere dello svedese Ibrahimovic, parlerà inglese.
30. Perché, quando diventerete bravi, capirete che tipsy, plastered, pissed, bombed, toasted, hammered e crunk vogliono dire la stessa cosa: ubriaco. Quale termine usare? Dipende da quanti anni avete (e da quanto avete bevuto).
31. Perché è trendy, baby.